CAVALIERI, APPELLO A MATTARELLA “RIPORTI A CASA CHICO FORTI”
Trento. «Signor Presidente la supplica che Le rivolgiamo è quella di intervenire, finché c'è il tempo, per raddrizzare una stortura giudiziaria, un vero macroscopico caso di malagiustizia americana, che coinvolge un italiano, un nostro fratello».
È uno dei passaggi della lettera che l'Associazione Nazionale dei Cavalieri e Commendatori d'Italia ha indirizzato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella a favore di Chico Forti, da 20 anni in carcere negli Usa con l'accusa di omicidio. Il caso Forti è ritornato recentemente alla ribalta della cronaca dopo l'interessamento di diverse trasmissioni televisive, in prima linea "Le lene" che hanno dedicato diverse puntate alla vicenda del velista e produttore televisivo trentino che negli anni '90 ha fatto fortuna negli Stati Uniti fino al 15 febbraio del 1998, quando viene arrestato per l'omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel.
Della Associazione fa parte anche Gianfranco Tonelli, del "Comitato Spontaneo Alto Garda Chico back home". Saltiamo ogni altro dettaglio pur importante, ma ormai noto, per portare la Sua attenzione sul lato umano - scrivono i cavalieri e commendatori d'Italia - Chico è stato condannato, innocente, distrutta la vita (persa la moglie ed i tre figli), persa ogni attività lavorativa e proprietà. Da 20 anni Chico Forti vede il sole sorgere e tramontare in una infinita sequenza, da dietro le sbarre. Un nostro conterraneo, un figlio di questa Italia talvolta snobbata dalla grande democrazia americana, sconta una condanna a "morte vivente", crediamo che sia ora e tempo di dire basta. Gli Stati Uniti d'America in più occasioni si sono riportati a casa loro figli macchiatisi di crimini (veda il disastro del Cermis) mentre l'Italia non riesce ad avere "ragione" diquesto caso». Ricordano che recentemente «il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro si è esposto asserendo che il Governo avrebbe chiesto la grazia per Forti». «Noi signor Presidente, Cavalieri e Commendatori di un ordine che riferisce direttamente alla Sua persona ed al Suo Alto Incarico, Le chiediamo di intercedere presso il Presidente degli Stati Uniti e presso il Governatore dello stato della Florida (di origini italiane) per chiedere la scarcerazione di questo nostro Figlio ingiustamente trattenuto da 20 anni (non 20 settimane) nelle carceri americane.
Il Suo Alto Incarico certamente offre la prerogativa di questa richiesta e se Lei, Signor Presidente, volesse dedicare qualche tempo saremmo onorati di sottoporLe le nuove ulteriori prove emerse dai reportage della CBS e de "Le lene" a discarico della posizione di Chico».
il Trentino del
29 Dicembre 2019
https://bit.ly/2F7x5Fg
Trento. «Signor Presidente la supplica che Le rivolgiamo è quella di intervenire, finché c'è il tempo, per raddrizzare una stortura giudiziaria, un vero macroscopico caso di malagiustizia americana, che coinvolge un italiano, un nostro fratello».
È uno dei passaggi della lettera che l'Associazione Nazionale dei Cavalieri e Commendatori d'Italia ha indirizzato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella a favore di Chico Forti, da 20 anni in carcere negli Usa con l'accusa di omicidio. Il caso Forti è ritornato recentemente alla ribalta della cronaca dopo l'interessamento di diverse trasmissioni televisive, in prima linea "Le lene" che hanno dedicato diverse puntate alla vicenda del velista e produttore televisivo trentino che negli anni '90 ha fatto fortuna negli Stati Uniti fino al 15 febbraio del 1998, quando viene arrestato per l'omicidio di Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel.
Della Associazione fa parte anche Gianfranco Tonelli, del "Comitato Spontaneo Alto Garda Chico back home". Saltiamo ogni altro dettaglio pur importante, ma ormai noto, per portare la Sua attenzione sul lato umano - scrivono i cavalieri e commendatori d'Italia - Chico è stato condannato, innocente, distrutta la vita (persa la moglie ed i tre figli), persa ogni attività lavorativa e proprietà. Da 20 anni Chico Forti vede il sole sorgere e tramontare in una infinita sequenza, da dietro le sbarre. Un nostro conterraneo, un figlio di questa Italia talvolta snobbata dalla grande democrazia americana, sconta una condanna a "morte vivente", crediamo che sia ora e tempo di dire basta. Gli Stati Uniti d'America in più occasioni si sono riportati a casa loro figli macchiatisi di crimini (veda il disastro del Cermis) mentre l'Italia non riesce ad avere "ragione" diquesto caso». Ricordano che recentemente «il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro si è esposto asserendo che il Governo avrebbe chiesto la grazia per Forti». «Noi signor Presidente, Cavalieri e Commendatori di un ordine che riferisce direttamente alla Sua persona ed al Suo Alto Incarico, Le chiediamo di intercedere presso il Presidente degli Stati Uniti e presso il Governatore dello stato della Florida (di origini italiane) per chiedere la scarcerazione di questo nostro Figlio ingiustamente trattenuto da 20 anni (non 20 settimane) nelle carceri americane.
Il Suo Alto Incarico certamente offre la prerogativa di questa richiesta e se Lei, Signor Presidente, volesse dedicare qualche tempo saremmo onorati di sottoporLe le nuove ulteriori prove emerse dai reportage della CBS e de "Le lene" a discarico della posizione di Chico».
il Trentino del
29 Dicembre 2019
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