martedì 10 maggio 2022

"basterebbe un minuto per riportare Chico in Italia"



 
La leggenda vuole che se Mussolini avesse visto l’elenco telefonico di New York nel 1941 (composto da almeno sei volumi) non avrebbe dichiarato guerra agli Stati Uniti. 
Sicuramente i ministri del nostro governo, prima di assumereatteggiamenti sprezzanti di sfida nei confronti della Federazione russa, saranno stati perfettamente a conoscenza che la nostra economia dipende enormemente da Mosca e che la Russia è il paese più grande al mondo 
per estensione come dimostrano i suoi nove fusi orari. Soprattutto la Russia è l’ottavo paese più ricco al 
mondo. Trabocca di gas naturale, si calcola che disponga di 1,163 miliardi di metri cubi. Non bastasse, ha tantissimo petrolio. Ci sono 87 miliardi di barili di riserve accertate, abbastanza per 75 anni di indipendenza energetica. Anche le riserve di uranio arricchito (700 tonnellate) non hanno uguali al mondo e sono fondamentali per l’energia nucleare. 
Ad oggi il governo Draghi è quello in Europa più allineato con Washington. Vista questa fedeltà assoluta alla 
Nato e soprattutto agli Stati Uniti non sarebbe male se Draghi, nei suoi incontri con l’amministrazione Biden, ponesse e risolvesse un piccolo/grande problema.Parliamo del caso Chico Forti. 
La vicenda è nota. Il nostro connazionale è detenuto da vent’anni in Florida per un delitto che asserisce di non aver mai commesso. Il ministro degli Esteri Di Maio, il 23 dicembre 2020, annunciava la «bellissima notizia» del rientro di Chico in Italia. 
L’applicazione dell’articolo 10 della Convenzione di Strasburgo, che stabilisce la possibilità di scontare la pena nel proprio Paese, pareva avviata grazie all’accordo raggiunto con l’amministrazione Trump. 
Con l’arrivo dei democratici al potere si è bloccato tutto. La procura di Miami non ha inoltrato i documenti 
necessari per attivare la pratica di trasferimento dagli Stati Uniti. Gianni Forti, lo zio di Chico, non si dà pace: 
«Dopo Di Maio, del caso si è occupato anche il ministro della Giustizia Cartabia che aveva avuto assicurazioni dagli americani. Il 5 ottobre scorso il primo ministro Draghi ha parlato della vicenda con Biden ma non ci sono stati sviluppi. Vogliamo capire cosa ostacola il ritorno di Chico in 
Italia. Continuiamo a vedere manifestazioni di solidarietà in tutta Italia ma questo non basta. Non è accettabile che non si sappiano le ragioni del blocco del trasferimento. Chiediamo che venga istituita una commissione come per i marò o un commissario ad hoc. Abbiamo bisogno di almeno un nome, di un responsabile come punto di riferimento. Con le promesse la situazione non si sblocca». Gianni Forti è un fiume in piena: 
«Capisco che nel faccia a faccia tra Draghi e Biden i temi da affrontare siamo complessi e fondamentali ma 
ritengo che basterebbe un minuto, un solo minuto, per risolvere la tragedia di un uomo innocente». 
Con tutto quello che facciamo per l’America di Biden, un minuto per Chico Draghi dovrebbe pretenderlo.

 

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